CAPRIOLO

Il capriolo è un cervide di piccole dimensioni, dal mantello fulvo in estate e grigio­bruno in inverno. La gola e le parti ventrali e la regione perianale, detta specchio anale, sono bianche. Non presenta coda, anche se nella femmina c’è un ciuffo di peli che ricopre la vulva. Il maschio possiede piccoli palchi (con questo termine vengono indicate le corna dei cervidi) con tre sole punte; questi cadono ogni anno (da ottobre a dicembre) e ricrescono alla fine dell’inverno. E’ diffuso nei boschi dell’Appennino ed è protetto dalle leggi venatorie

CINGHIALE

Il Cinghiale è presente nei boschi dell’Appennino in numero abbastanza alto. La sua pelle è molto spessa e poco vascolarizzata, il che lo protegge da ferite e infezioni negli spostamenti oltre che dai morsi di alcuni animali, come le vipere. È un maiale selvatico dal temperamento aggressivo, le zanne lo aiutano oltre che nello scavo anche nei combattimenti. La sua dieta è onnivora e molto adattabile, si ciba di radici, ghiande, e altri vegetali, ma anche di insetti e piccoli animali. La femmina scava una tana nel terreno e la mimetizza con arbusti e vegetali. I piccoli crescono in febbraio ­marzo in numero da 2 a 4, ma fino ad 8 negli anni migliori. Dopo 1­2 anni i maschi si allontanano dalle madri e raggiungono l’età adulta. In ambienti boschivi la presenza del cinghiale è positiva, infatti con la sua continua opera di scavo alla ricerca del cibo, interra semi e elimina insetti dannosi, favorendo lo sviluppo del bosco.

GUFO

Vive di preferenza nelle foreste di conifere e nei boschi misti alternati a zone aperte, dove occupa cavità d’alberi, nidi di corvi, gazze e scoiattoli. In questi nidi la femmina depone 4­-5 uova bianche e rotonde (verso marzo aprile) che dopo un periodo d’incubazione di 25­-30 giorni si schiudono. Il maschio nutre la femmina: i piccoli non abbandonano il nido che ad un mese e mezzo d’età; dovrà passare ancora un mese prima che siano in grado di volare. Le prede catturate dai gufi sono: piccoli mammiferi, uccelli e invertebrati, piccoli abitanti del bosco come insetti, ghiri, topi. Vengono inghiottite intere; i peli ed altri parti indigeste sono rigettate più tardi sotto forma di pallottole.

LUPO APPENNINICO

Simile nell’aspetto generale a un cane di razza « Pastore tedesco « , il lupo ha dimensioni del corpo che variano da 100 a 140 cm di lunghezza, da 60 a 75 cm di altezza al garrese, mentre 30­-35 cm spettano alla coda. Il peso in genere è di 25­-35 Kg., anche se spesso raggiunge i 40­-45 Kg. Il mantello invernale ha pelo lungo e fitto e la colorazione tende al grigiastro, contrariamente a quello estivo in cui il pelame è corto, rado, poco denso e di colore marrone ­rossiccio. Una macchia bianca si estende ai lati del muso e sulle guance, mentre la punta della coda é nera. Nella popolazione italiana e in quelle mediterranee in genere, gli arti anteriori frontalmente sono sempre percorsi da una sottile striscia longitudinale scura. Le orecchie sono triangolari, arrotondate, erette e più corte che nel cane. Gli occhi sono in genere di colore giallo dorato o ambrato. Il lupo è un animale fondamentalmente notturno, forse anche per evitare l’uomo. Gli ambienti di vita ottimali sono rappresentati soprattutto da superfici boscose alternate a radure, pascoli e macchie, anche se sempre con maggiore frequenza viene segnalato in ambienti anche molto degradati.

VIPERA

Le vipere italiane sono « pacifiche » e preferiscono scappare; il morso è mortale in rarissimi casi ( i soggetti più a rischio sono anziani, bambini o persone debilitate), bisogna evitare la somministrazione di siero ( immunoglobuline di origine equina ) al di fuori di un ambiente ospedaliero per il rischio di shock anafilattico, questo più pericoloso del morso stesso della vipera. Abbastanza frequente sull’appennino predilige il terreno aperto e soleggiato, ad esempio le piste da sci nel periodo estivo.

CERVO

Normalmente e’ assai difficile individuarne la presenza, le sue impronte sul terreno, ci può capitare di vederle solamente in situazioni favorevoli, dopo una spruzzata di neve o nei tratti di terreno bagnato. Abita normalmente i boschi di conifere; in primavera ed in autunno si spinge a volte molto in basso, anche nei pressi dei centri abitati; d’estate, invece, risale talvolta sopra il limite arboreo. I branchi sono composti da femmine e piccoli, mentre i maschi fanno vita solitaria, riunendosi al branco in autunno, al momento della riproduzione. I boschi si riempiono allora dei loro bramiti, con cui ciascun maschio segnala la propria presenza sia alle femmine che ai rivali, con i quali ingaggia furiose lotte per il possesso delle femmine. Dopo 33­-34 settimane di gravidanza, verso la fine di maggio, nasce il piccolo cerbiatto (molto raramente vi sono parti gemellari) con il manto a macchie bianche.

FAGIANO

I fagiani sono uccelli di grosse dimensioni (80 cm il maschio, 60 cm la femmina) che presentano spiccato dimorfismo sessuale. Il maschio ha testa e collo verde con riflessi metallici, con una grande piega di pelle nuda rosso vivo sulle guance e intorno agli occhi. Il resto del corpo è color rame o bruno, con una trama nera, poiché ogni piuma è orlata di nero (o di bianco, sulla schiena). La coda è composta da lunghe piume rigide ramate striate perpendicolarmente di bruno. La varietà cinese presenta nel maschio un collare di piume bianche nel collo, assente nelle varietà europee. La femmina possiede una più mimetica livrea color sabbia e ogni piuma è orlata di bruno e di nero. La coda presenta striature bianche e nere. I pulcini hanno la stessa livrea ma senza le lunghe piume della coda.

GATTO SELVATICO

Di abitudini notturne caccia prevalentemente piccoli roditori, uccelli e rettili, ma non disdegna anche alcuni insetti. Ottimo pescatore, ama artigliare i pesci per poi mangiarseli. Solitario e territoriale, non forma coppie stabili e la madre rimane con i piccoli solo fino al raggiungimento dell’autosufficienza. Numeroso un tempo sulle montagne, oggi il gatto selvatico è purtroppo in via d’estinzione, eccetto in alcune zone dell’Europa Orientale. In Italia è specie protetta.

LEPRE

Come il coniglio, la lepre si nutre strettamente di foglie ed erba durante i mesi estivi ma cambia l’alimentazione con bacche, tuberi e corteccia dei giovani alberi durante l’inverno. Abbastanza presente nei boschi della Doganaccia.

VOLPE

Muso aguzzo, occhi obliqui, orecchie appuntite, tronco snello, coda lunga fino a 50 cm, pelliccia folta e morbida di varie tonalità rossastre a seconda delle specie e delle stagioni. Il peso medio varia dai 5­8 kg. La volpe è diffusissima in gran parte dell’Italia, i boschi di montagna, come alla Doganaccia, sono l’ambiente ideale. La volpe è un animale protetto.

POIANA

La poiana è un uccello da preda tipico dell’Europa. Ha una lunghezza tipica tra i 51 e i 57 cm con una apertura alare dai 110 ai 130 cm, rendendolo un predatore di medie dimensioni. La sua gamma copre la maggior parte dell’Europa e si estende in Asia. Vive in tutte le parti tranne che nelle parti più fredde del suo territorio. Vive nei boschi, ma di solito caccia in territori aperti. Mangia soprattutto piccoli mammiferi e carogne di animali.

FALCO PELLEGRINO

Ha il becco corto e molto ricurvo, con un dente acuminato e molto sporgente che serve per lacerare la carne delle sue prede.Si nutre generalmente di piccoli roditori, insetti, lucertole e uccelli. Il suo metodo di caccia è molto semplice: si libra nell’aria e grazie alla sua eccezionale vista adocchia la preda e si abbatte su di lei in picchiata afferrandola e trattenendola con le sue zampe potenti dotate di lunghi artigli, ricurvi e taglienti. Come dimensione la femmina è più grande del maschio.